domenica 28 aprile 2019

                                 LA CRISI (psicologia)

Quando si parla di adolescenza 
spesso vi si associa il concetto di crisi. 
In realtà, la crisi va intesa 
in senso evolutivo, ovvero come evento produttivo.
















Il termine crisi, però, può anche riferirsi a una perturbazione temporanea dei meccanismi che regolano un sistema e che favoriscono una stato patologico. In ambito psicopatologico la crisi è infatti definita come una fase temporanea di disequilibrio e di sostituzioni rapide in cui l'equilibrio del soggetto viene messo in discussione.

sabato 6 aprile 2019

                      GEORG SIMMEL (sociologia)

Il berlinese Georg Simmel fu uno dei padri fondatori della sociologia, anche se, rispetto ai classici, ne ha una concezione completamente diversa: intravede in essa una grande contrapposizione tra contente e contenuto.
In altri termini, al sociologia ha a che fare con ciò che Simmel chiama eventi di associazione, cioè come le persone stanno assieme in una collettività.
Simmel è il primo studioso dei fenomeni sociali caratteristici degli enormi agglomerati metropolitani formatisi in seguito all'industrializzazione. Qui avviene una razionalizzazione della società, che porta alla possibilità da parte delle persone di vivere nell'indifferenza nei confronti dei loro simili, anche se ci entra quotidianamente in contatto.
Nelle metropoli era essenziale la moda, intesa come bisogno di appartenenza ad un gruppo sociale basato sulla somiglianza, ma allo stesso tempo di distinguersi e creare una nuova moda.
Inoltre è importante il denaro, che, secondo Simmel da valore agli oggetti e contraddistingue le persone nella società.
La moda nasce da una spinta all'imitazione, da un'esigenza delle persone di omologarsi, sicchè si è portati a fare ciò che la massa fa.

                      VILFREDO PARETO (sociologia)

Il tema del comportamento razionale è centrale anche nell'opera di Vilfredo Pareto.
Pareto fu prima di tutto un economista e, in quanto tale, concentrò i sui studi sui comportamenti economicamente razionali dei soggetti sociali, cioè quelle azioni (logiche e non logiche) che permettono di ottenere il massimo benessere col minimo stipendio.
Durante i suoi studi emerse però che tutti i comportamenti hanno una base emotiva e quindi economicamente irrazionali. Pertanto individuò la sociologia come scienza con il compito di studiare questi fenomeni.
Solitamente i mezzi che abbiamo scelto non ci consentono di ottenere esattamente quanto volevamo ottenere; quindi le nostre azioni, che ci sembrano logiche, diventano automaticamente non logiche. Infatti, dopo alcuni studi, si dedusse che in realtà quasi tutti i comportamenti sono irrazionali, istintive. Tali forze condizionano profondamente l'azione degli esseri umani e sono dette da Pareto residui, poiché si tratta di sedimenti irrazionali di una vita animale.
Molto spesso si cerca addirittura di giustificare questi comportamenti, cercando di attribuirli un motivo: Pareto chiama questo processo giustificazione posticcia della derivazione.
Questa teoria dell'azione sociale induce Pareto a elaborare una teoria elistica della società, costituita da coloro che riescono a ragionare in maniera logica ottenendo un vantaggio importante nei confronti di tutti gli altri.
Le azioni non-logiche, infatti, possono anche essere talvolta utilizzate come strumenti per ottenere un fine concreto.
Pareto sostiene che questo genere di persona sia destinata a occupare una posizione di vertice rispetto alla società, come ad esempio delle funzioni di governo. Sono dunque i pochi che prevalgono sui molti: i pochi costringono i tanti a fare ciò che desiderano, convincendoli delle loro tesi.
Ma la elitè tenta sempre d evolversi e cambiare: per rapprendere le nuove elitè si possono eliminare i nuovi campi rivoluzionari o li si assorbe nella vecchia elitè.

WILLIAM THOMAS, FLORIAN ZNANIECKI E IL  CONTADINO POLACCO (sociologia)



La più famosa tra le ricerche maturate nel contesto della scuola di       Chicago è quella sorta da William Thomas e Florian Znaniecki su il contadino polacco in Europa e in America. In quegli anni la migrazione dei polacchi in America e in alcuni stati dell'Europa aveva raggiunto dei livelli molto alti tali che era considerata un problema sociale rilevante. Essi studiarono il fenomeno indagando soprattutto sulle cause e le conseguenze degli atteggiamenti e dei comportamenti di chi vi era coinvolto. Infine affermarono che la causa di un fenomeno sociale o individuale è la combinazione dell'uno e dell'altro.Per gli autori della scuola di Chicago, i fenomeni sociali      possono essere spiegati facendo riferimento in particolar modo alla situazione in cui  essi hanno luogo.
È noto che il comportamento degli studenti muta notevolmente se la situazione coincide con l'aula scolastica o la gita scolastica. Ma la situazione non va intesa come un insieme di dati oggettivi e indipendenti dai soggetti che agiscono.
Thomas ha messo in evidenza come ogni definizione porti con sè rilevanti conseguenze sul piano della realtà concreta.Non ha importanza se la convinzione originaria fosse realmente fondata o semplicemente immaginata, l'importante è che essa, la definizione della situazione, finirà per produrre effetti concreti.

                              CHICAGO (sociologia)

Città-laboratorio:
Tra la seconda metà dell'ottocento e i primi decenni del Novecento, gli Stati Uniti offrono un quadro sostanzialmente diverso dall'Europa. Lo sviluppo urbano e quello industriale sono imponenti e l'immigrazione è uno dei nodi centrali che le amministrazioni locali e quelle centrali si trovano a dover sciogliere. A Chicago tra il 1871-1892 la popolazione cresce del 300% e a a causa di questo ci sono delle ripercussioni sul piano sociologico.

La scuola:

In questo contesto storico la scuola di Chicago assume particolare rilievo, grazie all'originalità e costanza con cui si dedicò a tematiche che fino ad allora nessuno aveva considerato di rilevanza scientifica. 
Tipico di questa scuola fu un approccio ecologico ai problemi sociali. Gli autori sostennero che gli abitanti di un centro urbano sono tesi a competere con gli altri per sopravvivere e che trionfa chi si adatta meglio alla nuova situazione. 
Al contrario, gli studiosi del Dipartimento di sociologia, si avvicinarono ai problemi con una sensibilità e una strumentazione concettuale etnografiche, recandosi sul posto e raccogliendo testimonianze in prima persona.
La sociologia dunque inizia in questo periodo a proporsi come strumento a disposizione dell'amministratore pubblico.  
 

             LA MIGRAZIONE DELLA SOCIOLOGIA 

                            IN AMERICA (sociologia)

La sociologia è nata in Europa, tuttavia uno dei terreni di sviluppo più fertili è stata l'America, dove dai primi anni del novecento sono stati registrati i progressi più significativi. La sociologia statunitense si è resa autonoma da quella Europea quando ha iniziato a caratterizzarsi come ricerca applicata alla soluzione dei problemi concretiche insorgono nella società industriale. Gli autori europei hanno affrontato problematiche di carattere generale, legate al grande mutamento sociale provocato dall'industrializzazione: il sistema di produzione, le forme di "solidarietà" sociale, l'azione sociale, il processo di secolarizzazione; però la società ha avuto problemi più pratici e urgenti. Furono appunto i sociologi statunitensi a condurre per primi delle indagini finalizzate alla comprensione e alla soluzione di questi problemi (vita nei quartieri periferici, cultura degli immigrati,...). Caratteristico della sociologia statunitense è sempre stato un atteggiamento meno teorico rispetto alla sociologia Europea.

IL BAMBINO ANSIOSO E LE SUE FOBIE (psicologia)

Anche i bambini si ritrovano spesso a dover affrontare l'angoscia. Per esempio l'ansia è da considerare come un'espressione di autopreoccupazione, caratterizzata da dubbi nei confronti di se stessi.
La suola, per esempio, diventa spesso per i bambini il luogo in cui l'ansia matura: si verificano distrazione e cattiva condotta, causati dalla paura di confrontarsi con l'esterno. In questo caso l'interventi dell'insegnante sono inutili, perché vanno a peggiorare l'ansia del bambino. Occorre capire cosa sta succedendo a monte, in famiglia.
E' importante riconoscere la differenza tra normalità e patologia: mentre avere un attimo di sconforto è normale, al contrario questo sentimento di disagio può essere sintomo di qualcosa di più grave.
Il più delle volte la reazione a questa angoscia è di tipo difensivo, cioè di evitamento della situazione angosciante, che può causare una inibidazione nel comportamento del bambino, ovvero un'invalidazione. L'ansia può anche essere oppressa con dei rituali ossessivi.

                               DISTURBI SPECIFICI 

                     DELL'APPRENDIMENTO (psicologia)

 Accanto ai disturbi della comunicazione abbiamo la categoria psicologia dei disturbi dell'apprendimento o Disturbi Specifici dell'Apprendimento, he comprendo difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel calcolo.

Secondo numerosi studi questi disturbi manifestano in un quadro generale di adeguate capacità cognitive, uditive e visive, hanno cause neurobiologiche che consistono in disfunzioni di alcune aree cerebrali.


  • la dislessia o discografia: si tratta, rispettivamente, di problemi legati alle capacità di lettura.
  • la discalculia: ovvero l'incapacità di fare calcoli, che produce sintomi anologhi alla dislessia.
 Le difficoltà che un bambino incontra nella scrittura vengono distinti in agrafia e disgrafia.
Le varie manifestazioni di agrafie sono state  suddivise in due grandi gruppi: agrafie centrali e periferiche.

  • grafia lessicale: si tratta di una lesione della procedura lessicale, per cui il soggetto scrive le parole come le pronuncia;
  • agrafia fonologiche: si tratta di una lesione della procedura fonologica, per cui il soggetto ha difficoltà a dire le parole che non esistono;
  • agrafia profonda: in questo caso il soggetto scrive commettendo errori semantici, cioè relativi al significato della parola.

  • agrafia da neglect: questa forma di agrafia si manifesta con errori con amputazione o sostituzione dell'inizio della parola;
  • agrafia aprassica: un disordine gestuale causato da un disturbo del movimento volontario.

  • agrafia ideatoria: l'incapacità di scrivere lettere e parole  sotto dettatura anche se il soggetto mantiene comunque la capacità di scrivere copiando;
  • agrafia spaziale: il soggetto tende a scrivere al margine;
  • disgrafia: va distinta dall'agrafia. Si tratta di una difficoltà nell'apprendimento dalla scrittura.
E' importante ricordare che nella maggior parte dei casi questi disturbi possono essere marginati e aiutate con successo.
  
 I disturbi appena elencati vengono elencati sotto i DSA, mentre i BES sono i Bisogni Educativi Speciali, rappresentata dai bisogni educativi speciali, cioè tre grandi categorie: la disabilità, i disturbii evolutivi specifici e lo svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.
Questi soggetti hanno bisogno di aiuto costante e per una lunga durata.

      DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE (psicologia)

 Tra i disturbi diagnostici con maggiore frequenza nel corso dell'infanzia troviamo due grandi categorie: i disturbi della comunicazione e quelli dell'apprendimento.
Questi disturbi possono essere definiti definitivi quando sono riconducibili a lesioni celebrali, che possono essere dovuti a danni vascolari, tumori o infezioni, esso viene definito funzionale.


  • disturbi centrali, raggruppati sotto il titolo di afasia: tali disturbi manifestano sintomi differenti secondo l'area celebrale compromessa; per esempio se il danno è circoscritto all'emisfero sinistro, deputata al linguaggio, il bambino afasico avrà difficoltà nel combinare le unità linguistiche in sequenze coerenti.
  • disturbi di produzione o emissione: si tratta di patologie che si manifestano attraverso balbuzie, peggiorate molte volte da un fattore emotivo. Accanto alle balbuzie, deve essere ricordata la aplologia, ovvero un'emissione dell'eloquio estremamente veloce.
  • disturbo della fonazione: è un'incapacità di usare i suoni del linguaggio, oppure una forma di mutismo selettivo, in cui il bambino può rifiutarsi di parlare perché avverte l'ambiente che lo circonda come ostile, inatti è determinato da un disagio psicologico.
Quando il disturbo del linguaggio puo' essere fatto risalire a una lesione o una malformazione del cervello, che puo' essere dovuta a danni vascolari, tumori, o infezioni, esso viene definito funzionale.

ALTERAZIONE NELLO SVILUPPO (psicologia)

Non sempre lo sviluppo individuale avviene in modo corretto.
Si possono infatti verificare alterazioni dovute ad anomalie o patologie di diverso tipo, determinate sia dai fattori biologici sia da fattori psicologici e ambientali.
Si parla di ritardo mentale quando ci troviamo di fronte a deficit cognitivi che comportano uno sviluppo cognitivo atipico, interessa circa il 3% della popolazione.
Tra le principali cause fisiologiche che ne possono determinare si collocano le seguenti:
  • ereditarietà= alcune malattie metaboliche possono dare origine a danni celebrari.
  • alterazioni precoci dello sviluppo embrionale= ad esempio sindrome di Down.
  • problemi durante la gravidanza e nel periodo perinatale= prematurita, ipossia ecc...
  • condizioni mediche generali durante l'infanzia o la fanciulezza= ad esempio l'autismo.
Un ruolo di grande rilievo nella riduzione dei problemi relativi al ritardo mentale spetta alla prevenzione.
Il ritardo mentale, in quanto espressione di un debole adattamento all'ambiente, non è una condizione che permane necessariamente per tutto l'arco della vita.

giovedì 4 aprile 2019

  LA TARDA ETÀ ADULTA E LA VECCHIAIA (psicologia)

L'invecchiamento è un periodo molto particolare della vita di una persona, perché viene accompagnato da cambiamenti mentali, ma anche fisici, spesso correlati ad alcune malattie. Si parla infatti di invecchiamento fisico e psicologico.
Questa fase è intrapresa dalla fine dell'attività lavorativa, il pensionamento, che molto spesso viene vissuto con grande sofferenza, perché si  legati ad essa, ma anche perché può portare ad una difficoltà economica. Per questo, la  vecchiaia può essere vissuta in maniera . Il compito della persona sarà allora selezionare le azioni svolte, individuando quelle negative e quello positive, puntando solo su quest'ultime. Solo in questo modo si può invecchiare sereni.
E' importante anche non farsi abbattere dalla solitudine, che purtroppo è caratteristica di questo periodo.
La solitudine rappresenta per molti anziani uno dei maggiori problemi da affrontare: in questo caso non si può parlare soltanto della solitudine psicologica, cioè il "sentirsi soli", ma anche di quella sociale , e cioè "essere soli".
Questa situazione è dovuta in massima parte ai mutamenti della società, che spesso porta all'emigrazione sociale
della persona anziana.
Occorrerebbero migliori politiche d'integrazione e supporto per gli anziani, in particolare una più fitta rete di servizi  domiciliari, che eviterebbero il loro progressivo abbandono.

                          LA MATURITÀ (psicologia)

Con l'espressione mezza età si definisce quel periodo della vita che si colloca al centro dell'età matura. È difficile definire con precisione l'arco temporale relativo a questa fase della vita, in quanto esso è messo continuamente in discussione dall'allungamento della vita media.
Spesso questo periodo rappresenta un momento di vera e propria crisi a causa dell'inevitabile diminuzione di opportunità che si presentano.
Molte persone vivono la mezza età come un periodo in cui si subisce un rallentamentoquasi a voler raccogliere quello che si è "seminato" in precedenza , piuttosto che progettare ancora.
I motivi dei cambiamenti che si verificano nel corso della mezza età riguardano la definitiva uscita di casa dei figli e la morte dei genitori. Si realizza così la sindrome del nido vuoto, che colpisce molti genitori nella tarda età. I genitori possono reagire in modi diversi come ad esempio tramite la reazione depressiva, oppure si possono verificare delle crisi coniugali, in quanto viene a mancare un possibile e utile mediatore, il figlio. In altri casi invece può verificarsi un avvicinamento della coppia.

                  LE TEORIE DELLO SVILUPPO DI 

                     FREUD ED ERIKSON (psicologia)

Oggi si tende a considerare lo sviluppo come esteso all'intera durata della vita dell'individuo, che nel suo percorso affronta una serie di sfide e attraverso vari passaggi.
Delle teorie dello sviluppo elaborate in passato per comprendere lo sviluppo individuale ne ricordiamo due che hanno avuto una rilevanza particolare: quella di Freud e quella di Erikson.
Secondo Freud, lo sviluppo del bambino è rappresentabile come un continuo superamento di "sfide", attraverso le varie fasi dello sviluppo psicosessuale.
Erikson individua una serie di crisi che si possono manifestare nel corso della vita. L'individuo è chiamato ad affrontare questi periodi critici in età differenti e generalmente li risolve attraverso lo sviluppo di abilità psicosociali.
L'adolescenza è la fase nella quale l'individuo comincia a subire le modifiche somatiche e psicologiche e a perdere le caratteristiche dell'infanzia. La sessualità ha raggiunto la forma alloerotica (cioè bisogno del partner); il pensiero ha maturato le forme logiche, l'egocentrismo infantile è superato. Queste nuove strutture sono però appena abbozzate; ora hanno bisogno di essere consolidate. Ciò avviene nell'arco di tempo che va dagli 11 ai 18 anni.
La fragilità somatica e psicologica del soggetto, in questa fase, è evidente e facilmente spiegabile se si tiene conto del lavoro per il consolimento delle sue strutture fisico-psichiche che in lui si va compiendo. I ragazzi all'età di circa 10-11 anni possono presentare cambiamenti in gusto, aspetto e carattere.
Lo sviluppo della socialità comincia con il superamento dell'egocentrismo infantile verso i 9/11 anni, ma solo verso i 13/14 anni il sentimento della socialità orienta il soggetto verso rapporti di parità con gli altri e verso forme ideali di amicizia che non devono più rispondere alla necessità di avere compagni con cui giocare e divertirsi ma amici con cui coltivare ideali o condividere idee.
Un fenomeno caratteristico della socialità adolescenziale è quello della solidarietà con i coetanei, sia nelle circostanze in cui uno ha bisogno dell'altro fino a portare a vere e proprie complicità delittuose, sia ad una solidarietà di classe che spesso porta a contestazioni di maniera nei riguardi degli adulti. Questa solidarietà di classe, mista a contestazione, si manifesta spesso in quella che viene chiamata crisi di originalità. L'adolescente sceglie per il suo comportamento condotte che lo distinguano da tutti gli altri, ma la sua attenzione è a tutto ciò che può distinguerlo dagli adulti.
Gli schemi della personalità di un individuo sono la risultante di fattori naturali e altresì di fattori culturali. Nei primi mesi di vita i fattori culturali tendono appena a condizionare il comportamento dell'individuo, per cui la condotta di un bambino di pochi mesi non differisce granché da quella di tutti gli altri bambini, ma più si avanza negli anni e più questi fattori contribuiscono a differenziare la condotta degli individui.