martedì 12 febbraio 2019

                     MALINOWSKI (antropologia)

Il concetto di cultura, trovò un fertile terreno di discussione in America più che in Europa. Le ragioni di questa situazione sono complesse ma facilmente comprensibili, se esaminiamo la situazione dell'antropologia in Europa dopo il tramonto dell'evoluzionismo.
In Gran Bretagna lo sviluppo dell'antropologia accademica avvenne prima che in ogni altro paese. L'interesse per i popoli "primitivi" andava di pari passo con l'espansione dell'grande impero britannico. L'etnografia "sul campo" conobbe così un grande sviluppo allo scopo di conoscere meglio i popoli sottoposti al dominio britannico.
Il concetto di culturà venne però sopravanzato in Gran Bretagna, da quello di "struttura sociale". Gli antropologi britannici si concentrarono infatti sullo studio delle relazioni sociali e su come le società costituissero degli insiemi complessi ed integrati.
Maklinowaki adottò un nuovo metodo di ricerca. Cercò di trascorrere più tempo possibile con i locali, seguendo le loro attività di coltivazione e di pesca, i loro riti magici, studiando i loro sogni, il comportamento sessuale, le spedizioni via mare ecc. Malinowski tentò soprattutto di "afferrare", come diceva lui stesso, "il punto di vista dell'indigeno, il suo rapporto con la vita, di rendersi conto della sua visione del mondo".
In Gran Bretagna, uno dei primi a dare risposte precise in tal senso fu William H. Rivers. Medico di formazione, partecipò ad una spedizione antropologica nel Pacifico.
Rivers sosteneva che, per studiare una comunità "primitiva", bisognava abitare in loco per un lungo periodo, scegliendo preferibilmente comunità ristrette per fare in modo di conoscere ed analizzare tutti i loro componenti.

                            MAX WEBER (sociologia)

Razionalizzazione del tedesco, Max Weber si trova a riflettere sull'evento storico della società industriale, mettendone in luce alcune caratteristiche molto importanti.
A differenza di Durkheim, l'attenzione di Weber è attirata non tanto dall'industrializzazione come tale, quanto da un processo più vasto di cui la nascita del capitalismo prima, e dell'economia industriale poi, non sono che le manifestazioni più evidenti. Egli lo chiama processo di razionalizzazione.
Da sempre l'umanità cerca di spiegarsi ciò che le accade intorno, attribuendo gli eventi a delle cause, a dei motivi: se mi sto bagnando è perchè piove. Ma molto diversi sono l'atteggiamento dell'uomo premoderno e l'atteggiamento di quello moderno di fronte a ciò che non si capisce, di cui non comprendiamo le cause. Mentre il primitivo per spiegare ciò che non capisce ricorre a delle forze oscure e sovra mondane, l'uomo razionalizzato della società occidentale pensa che nulla sia di principio inesplicabile: se qualcosa gli sfugge, ciò dipende dai suoi limiti personali, oppure dai limiti della conoscenza che prima o poi potranno essere superati, e non dall'esistenza di ambiti della realtà che siano di principio imperscrutabili.
Weber sottolinea che la razionalizzazione in verità scaturisce paradossalmente da una concezione della vita di natura religiosa. Infatti il processo di razionalizzazione difficilmente avrebbe potuto avviarsi se le religioni profetiche non avessero scalzato la religiosità di tipo magico. Quest'ultima si esprime per esempio attraverso la mistica, la stregoneria o la religiosità dei misteri pagani e conduce l'individuo a perdersi nella divinità.
Le religioni profetiche costruiscono discorsi razionali intorno al divino e al nostro rapporto con esso, insegnando in tal modo agli esseri umani ad acquisire un atteggiamento sempre più razionale verso questo mondo, che a sua volta è sempre meno abitato da manifestazioni immanenti della divinità.

domenica 3 febbraio 2019

                    SVILUPPO SOCIALE (psicologia)

Lo sviluppo sociale riguarda la capacità di interagire con altri, di costruire dei legami stabili, di fare proprie regole, valori, simboli della società di appartenenza. Possiamo individuare alcune fasi principali nello sviluppo della dimensione sociale. La prima va dalla nascita ai 2 anni.
Nel primo anno di vita, per un bambino è più semplice integrare con un adulto piuttosto che con un coetaneo. Diversi sono gli elementi che influenzano l'individuo, si può parlare di reti di influenze che interagiscono e sono multidirezionali: i vari soggetti creano una sorta di rete di relazioni tra loro.
Gli individui, influenzano i sistemi che li circondano, ma a loro volta ne sono influenzati, per cui le caratteristiche di una persona, oltre a essere il prodotto dello sviluppo, indirettamente ne determinano l'orientamento. Uno degli esponenti principali dell'approccio ecologico è Urie Bronfenbrenner che considera l'ambiente sociale dell'individuo come il contesto dello sviluppo. Le interazioni tra i componenti di microsistemi diversi avvengono in quello che gli psicologi "ecologici" chiamano mesosistema. Secondo lo psicologo americano Kenneth Dodge l'interazione sociale fra pari è un compito che presenta molti problemi. Egli infatti propone un modello di competenza sociale secondo il quale i bambini sin da piccoli ricevono una serie di stimoli che vengono elaborati internamente e tradotti esternamente in un comportamento a cui fa seguito l'elaborazione che ne fanno i coetanei. 
Durante il periodo dell'adolescenza il ragazzo ricerca la propria identità personale e l'autonomia.
Già nella preadolescenza vi sono le prime manifestazioni della sessualità e i/le ragazzi/e entrano nello stadio operatorio formale nel quale vengono affinate le capacità logiche, di astrazione e di confronto e vengono esercitate le prime critiche verso le idee e i comportamenti degli adulti. Durante l'adolescenza acquista molta importanza il sentimento dell'amicizia, infatti le relazioni con i coetanei rafforzano il senso d' identità. 

 

                  SVILUPPO EMOTIVO (psicologia)

Le emozioni possono essere definite come stati complessi dell'organismo caratterizzati da fattori psicologici e fisiologici: la paura, per esempio, è uno stato mentale accompagnato da modificazioni fisiche quali un maggior afflusso di sangue ai muscoli scheletrici, l'aumento della produzione alcuni ormoni e l'aumento del battito cardiaco.
Secondo l'evoluzione Darwiniano, la funzione delle emozioni è quella di produrre una risposta rapida ed efficace anche a fronte di una situazione di emergenza, per salvaguardare la sopravvivenza individuale.
Nei processi di valutazione entrano in gioco le emozioni: tenderò a considerare un oggetto o un evento bellino brutto a secondare fatto che mi piaccia o meno, che si colleghi a esperienze emotivamente positive o negative.  Fin dalla nascita bambino sembra predisposto alla relazione con altri esseri umani alla comunicazione di emozioni come la rabbia, la gioia, la tristezza, la paura e il disgusto. Lo scambio conta madre è di importanza basilare per lo sviluppo emotivo del bambino: la madre fa da specchio per le emozioni del bambino.
Si può definire il sé come la totalità delle componenti psichiche individuali che permettono di fare proprie le esperienze esterne, riuscendo a distinguere ciò che appartiene a se stessi ciò che appartiene alla realtà esterna. Katherine Bridges esponente della teoria della differenziazione, sostiene che i bambini al momento della nascita, provano una sorta di generica eccitazione.
Secondo invece il bambino è fin dalla nascita in grado di provare interesse, gioia, disgusto e dispiacere.

                               DURKHEIM (sociologia)

Émile Durkheim è stato un sociologoantropologo e storico delle religioni francese. La sua opera è stata cruciale nella costruzione, nel corso del XX secolo, della sociologia e dell'antropologia, avendo intravisto con chiarezza lo stretto rapporto tra la religione e la struttura del gruppo sociale
"I fatti sociali consistono in modi di agire, di pensare e di sentire esterni all'individuo, eppure dotati di un potere di coercizione in virtù del quale si impongono su di lui". Sono quindi aspetti della vita quotidiana (e sociale, per l'appunto), "rappresentazioni psichiche collettive", sovraindividuali e coercitive, che coinvolgono un gruppo sociale. Sono sintesi di fattori individuali, ma non la somma di essi. Il potere coercitivo del fatto sociale si esprime in norme, consuetudini, idee collettive, etc. In Le regole del metodo sociologico (1895) Durkheim espresse la sua volontà di individuare un metodo che stabilisse il carattere scientifico della sociologia. Tale metodo non sarebbe stato, però, quello matematico-sperimentale; la sociologia dovrebbe quindi essere metodologicamente autonoma. Durkheim è convinto che la realtà sociale possa essere adeguatamente interpretata soltanto se si è capaci di uscire dal recinto della speculazione teorica per immergersi nell'indagine empirica.
fenomeni sociali devono essere analizzati con una visione olistica, non singolarmente ma come parti di un tutto, allo stesso modo di come avviene per lo studio biologico di un organismo vivente. Sotto questo aspetto la società è qualcosa di più della somma delle sue parti, cioè degli individui. Coniato come motto del proprio approccio il principio: "Studia i fatti sociali come cose!", Durkheim presta attenzione allo studio rigoroso degli oggetti e di qualunque evento della società. Durkheim considera i valori e i costumi come un tessuto connettivo per la società.Un altro passo importante è quello di distinguere i fatti sociali in:
  • Normali = fatti diffusi che coincidono con la fisiologia dell'essere sociale
  • Patologici = fatti che subiscono modifiche e che non sono comuni
Si parla inoltre di anomia, ovvero l'assenza di leggi che regolino la società. Esistono due criteri fondamentali per vedere se un fatto è normale o patologico:
  1. Criterio della diffusione: verificare quanto è diffuso il fatto
  2. Criterio dell'osservazione: osservare il livello di sviluppo della società

                        UMANESIMO (pedagogia)

L'affermazione dell'umanesimo e della sua proposta educativa in Italia pone numerose questioni di carattere storico. Il medioevo appare come un periodo lungo e oscuro ella civiltà europea.
Furono gli umanisti a diffondere un atteggiamento di critica aspra della cultura medievale, specialmente nei suoi aspetti teologici e l'esigenza correlativa di un pensiero e di una nuova concezione del mondo e della vita. Grandi umanisti, come Petrarca, fece diventare patristica una via alternativa al corso assunto dal pensiero medievale nelle grandi sedi universitarie della scolastica: questa svolta consenti di cogliere nuovamente l'importanza e la bellezza intrinseche della cultura classica. Un elemento da ricordare per comprendere appieno le varie componenti che stanno alla base dell'umanesimo è la forte incidenza di nuovi movimenti religiosi.
Il caso del rapporto tra le discipline eredi del trivio e del quadrivio medievali è eloquente al riguardo: l'umanesimo sottolineò la necessità di un insegnamento delle discipline letterarie su basi profondamente rinnovate. L'affermarsi delle scienze empiriche determinò uno sviluppo senza precedenti del quadrivio e il riconoscimento di un'istruzione tecnica dotatasi sedi e di tempi specifici.