domenica 28 aprile 2019

                                 LA CRISI (psicologia)

Quando si parla di adolescenza 
spesso vi si associa il concetto di crisi. 
In realtà, la crisi va intesa 
in senso evolutivo, ovvero come evento produttivo.
















Il termine crisi, però, può anche riferirsi a una perturbazione temporanea dei meccanismi che regolano un sistema e che favoriscono una stato patologico. In ambito psicopatologico la crisi è infatti definita come una fase temporanea di disequilibrio e di sostituzioni rapide in cui l'equilibrio del soggetto viene messo in discussione.

sabato 6 aprile 2019

                      GEORG SIMMEL (sociologia)

Il berlinese Georg Simmel fu uno dei padri fondatori della sociologia, anche se, rispetto ai classici, ne ha una concezione completamente diversa: intravede in essa una grande contrapposizione tra contente e contenuto.
In altri termini, al sociologia ha a che fare con ciò che Simmel chiama eventi di associazione, cioè come le persone stanno assieme in una collettività.
Simmel è il primo studioso dei fenomeni sociali caratteristici degli enormi agglomerati metropolitani formatisi in seguito all'industrializzazione. Qui avviene una razionalizzazione della società, che porta alla possibilità da parte delle persone di vivere nell'indifferenza nei confronti dei loro simili, anche se ci entra quotidianamente in contatto.
Nelle metropoli era essenziale la moda, intesa come bisogno di appartenenza ad un gruppo sociale basato sulla somiglianza, ma allo stesso tempo di distinguersi e creare una nuova moda.
Inoltre è importante il denaro, che, secondo Simmel da valore agli oggetti e contraddistingue le persone nella società.
La moda nasce da una spinta all'imitazione, da un'esigenza delle persone di omologarsi, sicchè si è portati a fare ciò che la massa fa.

                      VILFREDO PARETO (sociologia)

Il tema del comportamento razionale è centrale anche nell'opera di Vilfredo Pareto.
Pareto fu prima di tutto un economista e, in quanto tale, concentrò i sui studi sui comportamenti economicamente razionali dei soggetti sociali, cioè quelle azioni (logiche e non logiche) che permettono di ottenere il massimo benessere col minimo stipendio.
Durante i suoi studi emerse però che tutti i comportamenti hanno una base emotiva e quindi economicamente irrazionali. Pertanto individuò la sociologia come scienza con il compito di studiare questi fenomeni.
Solitamente i mezzi che abbiamo scelto non ci consentono di ottenere esattamente quanto volevamo ottenere; quindi le nostre azioni, che ci sembrano logiche, diventano automaticamente non logiche. Infatti, dopo alcuni studi, si dedusse che in realtà quasi tutti i comportamenti sono irrazionali, istintive. Tali forze condizionano profondamente l'azione degli esseri umani e sono dette da Pareto residui, poiché si tratta di sedimenti irrazionali di una vita animale.
Molto spesso si cerca addirittura di giustificare questi comportamenti, cercando di attribuirli un motivo: Pareto chiama questo processo giustificazione posticcia della derivazione.
Questa teoria dell'azione sociale induce Pareto a elaborare una teoria elistica della società, costituita da coloro che riescono a ragionare in maniera logica ottenendo un vantaggio importante nei confronti di tutti gli altri.
Le azioni non-logiche, infatti, possono anche essere talvolta utilizzate come strumenti per ottenere un fine concreto.
Pareto sostiene che questo genere di persona sia destinata a occupare una posizione di vertice rispetto alla società, come ad esempio delle funzioni di governo. Sono dunque i pochi che prevalgono sui molti: i pochi costringono i tanti a fare ciò che desiderano, convincendoli delle loro tesi.
Ma la elitè tenta sempre d evolversi e cambiare: per rapprendere le nuove elitè si possono eliminare i nuovi campi rivoluzionari o li si assorbe nella vecchia elitè.

WILLIAM THOMAS, FLORIAN ZNANIECKI E IL  CONTADINO POLACCO (sociologia)



La più famosa tra le ricerche maturate nel contesto della scuola di       Chicago è quella sorta da William Thomas e Florian Znaniecki su il contadino polacco in Europa e in America. In quegli anni la migrazione dei polacchi in America e in alcuni stati dell'Europa aveva raggiunto dei livelli molto alti tali che era considerata un problema sociale rilevante. Essi studiarono il fenomeno indagando soprattutto sulle cause e le conseguenze degli atteggiamenti e dei comportamenti di chi vi era coinvolto. Infine affermarono che la causa di un fenomeno sociale o individuale è la combinazione dell'uno e dell'altro.Per gli autori della scuola di Chicago, i fenomeni sociali      possono essere spiegati facendo riferimento in particolar modo alla situazione in cui  essi hanno luogo.
È noto che il comportamento degli studenti muta notevolmente se la situazione coincide con l'aula scolastica o la gita scolastica. Ma la situazione non va intesa come un insieme di dati oggettivi e indipendenti dai soggetti che agiscono.
Thomas ha messo in evidenza come ogni definizione porti con sè rilevanti conseguenze sul piano della realtà concreta.Non ha importanza se la convinzione originaria fosse realmente fondata o semplicemente immaginata, l'importante è che essa, la definizione della situazione, finirà per produrre effetti concreti.

                              CHICAGO (sociologia)

Città-laboratorio:
Tra la seconda metà dell'ottocento e i primi decenni del Novecento, gli Stati Uniti offrono un quadro sostanzialmente diverso dall'Europa. Lo sviluppo urbano e quello industriale sono imponenti e l'immigrazione è uno dei nodi centrali che le amministrazioni locali e quelle centrali si trovano a dover sciogliere. A Chicago tra il 1871-1892 la popolazione cresce del 300% e a a causa di questo ci sono delle ripercussioni sul piano sociologico.

La scuola:

In questo contesto storico la scuola di Chicago assume particolare rilievo, grazie all'originalità e costanza con cui si dedicò a tematiche che fino ad allora nessuno aveva considerato di rilevanza scientifica. 
Tipico di questa scuola fu un approccio ecologico ai problemi sociali. Gli autori sostennero che gli abitanti di un centro urbano sono tesi a competere con gli altri per sopravvivere e che trionfa chi si adatta meglio alla nuova situazione. 
Al contrario, gli studiosi del Dipartimento di sociologia, si avvicinarono ai problemi con una sensibilità e una strumentazione concettuale etnografiche, recandosi sul posto e raccogliendo testimonianze in prima persona.
La sociologia dunque inizia in questo periodo a proporsi come strumento a disposizione dell'amministratore pubblico.  
 

             LA MIGRAZIONE DELLA SOCIOLOGIA 

                            IN AMERICA (sociologia)

La sociologia è nata in Europa, tuttavia uno dei terreni di sviluppo più fertili è stata l'America, dove dai primi anni del novecento sono stati registrati i progressi più significativi. La sociologia statunitense si è resa autonoma da quella Europea quando ha iniziato a caratterizzarsi come ricerca applicata alla soluzione dei problemi concretiche insorgono nella società industriale. Gli autori europei hanno affrontato problematiche di carattere generale, legate al grande mutamento sociale provocato dall'industrializzazione: il sistema di produzione, le forme di "solidarietà" sociale, l'azione sociale, il processo di secolarizzazione; però la società ha avuto problemi più pratici e urgenti. Furono appunto i sociologi statunitensi a condurre per primi delle indagini finalizzate alla comprensione e alla soluzione di questi problemi (vita nei quartieri periferici, cultura degli immigrati,...). Caratteristico della sociologia statunitense è sempre stato un atteggiamento meno teorico rispetto alla sociologia Europea.

IL BAMBINO ANSIOSO E LE SUE FOBIE (psicologia)

Anche i bambini si ritrovano spesso a dover affrontare l'angoscia. Per esempio l'ansia è da considerare come un'espressione di autopreoccupazione, caratterizzata da dubbi nei confronti di se stessi.
La suola, per esempio, diventa spesso per i bambini il luogo in cui l'ansia matura: si verificano distrazione e cattiva condotta, causati dalla paura di confrontarsi con l'esterno. In questo caso l'interventi dell'insegnante sono inutili, perché vanno a peggiorare l'ansia del bambino. Occorre capire cosa sta succedendo a monte, in famiglia.
E' importante riconoscere la differenza tra normalità e patologia: mentre avere un attimo di sconforto è normale, al contrario questo sentimento di disagio può essere sintomo di qualcosa di più grave.
Il più delle volte la reazione a questa angoscia è di tipo difensivo, cioè di evitamento della situazione angosciante, che può causare una inibidazione nel comportamento del bambino, ovvero un'invalidazione. L'ansia può anche essere oppressa con dei rituali ossessivi.

                               DISTURBI SPECIFICI 

                     DELL'APPRENDIMENTO (psicologia)

 Accanto ai disturbi della comunicazione abbiamo la categoria psicologia dei disturbi dell'apprendimento o Disturbi Specifici dell'Apprendimento, he comprendo difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel calcolo.

Secondo numerosi studi questi disturbi manifestano in un quadro generale di adeguate capacità cognitive, uditive e visive, hanno cause neurobiologiche che consistono in disfunzioni di alcune aree cerebrali.


  • la dislessia o discografia: si tratta, rispettivamente, di problemi legati alle capacità di lettura.
  • la discalculia: ovvero l'incapacità di fare calcoli, che produce sintomi anologhi alla dislessia.
 Le difficoltà che un bambino incontra nella scrittura vengono distinti in agrafia e disgrafia.
Le varie manifestazioni di agrafie sono state  suddivise in due grandi gruppi: agrafie centrali e periferiche.

  • grafia lessicale: si tratta di una lesione della procedura lessicale, per cui il soggetto scrive le parole come le pronuncia;
  • agrafia fonologiche: si tratta di una lesione della procedura fonologica, per cui il soggetto ha difficoltà a dire le parole che non esistono;
  • agrafia profonda: in questo caso il soggetto scrive commettendo errori semantici, cioè relativi al significato della parola.

  • agrafia da neglect: questa forma di agrafia si manifesta con errori con amputazione o sostituzione dell'inizio della parola;
  • agrafia aprassica: un disordine gestuale causato da un disturbo del movimento volontario.

  • agrafia ideatoria: l'incapacità di scrivere lettere e parole  sotto dettatura anche se il soggetto mantiene comunque la capacità di scrivere copiando;
  • agrafia spaziale: il soggetto tende a scrivere al margine;
  • disgrafia: va distinta dall'agrafia. Si tratta di una difficoltà nell'apprendimento dalla scrittura.
E' importante ricordare che nella maggior parte dei casi questi disturbi possono essere marginati e aiutate con successo.
  
 I disturbi appena elencati vengono elencati sotto i DSA, mentre i BES sono i Bisogni Educativi Speciali, rappresentata dai bisogni educativi speciali, cioè tre grandi categorie: la disabilità, i disturbii evolutivi specifici e lo svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.
Questi soggetti hanno bisogno di aiuto costante e per una lunga durata.

      DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE (psicologia)

 Tra i disturbi diagnostici con maggiore frequenza nel corso dell'infanzia troviamo due grandi categorie: i disturbi della comunicazione e quelli dell'apprendimento.
Questi disturbi possono essere definiti definitivi quando sono riconducibili a lesioni celebrali, che possono essere dovuti a danni vascolari, tumori o infezioni, esso viene definito funzionale.


  • disturbi centrali, raggruppati sotto il titolo di afasia: tali disturbi manifestano sintomi differenti secondo l'area celebrale compromessa; per esempio se il danno è circoscritto all'emisfero sinistro, deputata al linguaggio, il bambino afasico avrà difficoltà nel combinare le unità linguistiche in sequenze coerenti.
  • disturbi di produzione o emissione: si tratta di patologie che si manifestano attraverso balbuzie, peggiorate molte volte da un fattore emotivo. Accanto alle balbuzie, deve essere ricordata la aplologia, ovvero un'emissione dell'eloquio estremamente veloce.
  • disturbo della fonazione: è un'incapacità di usare i suoni del linguaggio, oppure una forma di mutismo selettivo, in cui il bambino può rifiutarsi di parlare perché avverte l'ambiente che lo circonda come ostile, inatti è determinato da un disagio psicologico.
Quando il disturbo del linguaggio puo' essere fatto risalire a una lesione o una malformazione del cervello, che puo' essere dovuta a danni vascolari, tumori, o infezioni, esso viene definito funzionale.

ALTERAZIONE NELLO SVILUPPO (psicologia)

Non sempre lo sviluppo individuale avviene in modo corretto.
Si possono infatti verificare alterazioni dovute ad anomalie o patologie di diverso tipo, determinate sia dai fattori biologici sia da fattori psicologici e ambientali.
Si parla di ritardo mentale quando ci troviamo di fronte a deficit cognitivi che comportano uno sviluppo cognitivo atipico, interessa circa il 3% della popolazione.
Tra le principali cause fisiologiche che ne possono determinare si collocano le seguenti:
  • ereditarietà= alcune malattie metaboliche possono dare origine a danni celebrari.
  • alterazioni precoci dello sviluppo embrionale= ad esempio sindrome di Down.
  • problemi durante la gravidanza e nel periodo perinatale= prematurita, ipossia ecc...
  • condizioni mediche generali durante l'infanzia o la fanciulezza= ad esempio l'autismo.
Un ruolo di grande rilievo nella riduzione dei problemi relativi al ritardo mentale spetta alla prevenzione.
Il ritardo mentale, in quanto espressione di un debole adattamento all'ambiente, non è una condizione che permane necessariamente per tutto l'arco della vita.

giovedì 4 aprile 2019

  LA TARDA ETÀ ADULTA E LA VECCHIAIA (psicologia)

L'invecchiamento è un periodo molto particolare della vita di una persona, perché viene accompagnato da cambiamenti mentali, ma anche fisici, spesso correlati ad alcune malattie. Si parla infatti di invecchiamento fisico e psicologico.
Questa fase è intrapresa dalla fine dell'attività lavorativa, il pensionamento, che molto spesso viene vissuto con grande sofferenza, perché si  legati ad essa, ma anche perché può portare ad una difficoltà economica. Per questo, la  vecchiaia può essere vissuta in maniera . Il compito della persona sarà allora selezionare le azioni svolte, individuando quelle negative e quello positive, puntando solo su quest'ultime. Solo in questo modo si può invecchiare sereni.
E' importante anche non farsi abbattere dalla solitudine, che purtroppo è caratteristica di questo periodo.
La solitudine rappresenta per molti anziani uno dei maggiori problemi da affrontare: in questo caso non si può parlare soltanto della solitudine psicologica, cioè il "sentirsi soli", ma anche di quella sociale , e cioè "essere soli".
Questa situazione è dovuta in massima parte ai mutamenti della società, che spesso porta all'emigrazione sociale
della persona anziana.
Occorrerebbero migliori politiche d'integrazione e supporto per gli anziani, in particolare una più fitta rete di servizi  domiciliari, che eviterebbero il loro progressivo abbandono.

                          LA MATURITÀ (psicologia)

Con l'espressione mezza età si definisce quel periodo della vita che si colloca al centro dell'età matura. È difficile definire con precisione l'arco temporale relativo a questa fase della vita, in quanto esso è messo continuamente in discussione dall'allungamento della vita media.
Spesso questo periodo rappresenta un momento di vera e propria crisi a causa dell'inevitabile diminuzione di opportunità che si presentano.
Molte persone vivono la mezza età come un periodo in cui si subisce un rallentamentoquasi a voler raccogliere quello che si è "seminato" in precedenza , piuttosto che progettare ancora.
I motivi dei cambiamenti che si verificano nel corso della mezza età riguardano la definitiva uscita di casa dei figli e la morte dei genitori. Si realizza così la sindrome del nido vuoto, che colpisce molti genitori nella tarda età. I genitori possono reagire in modi diversi come ad esempio tramite la reazione depressiva, oppure si possono verificare delle crisi coniugali, in quanto viene a mancare un possibile e utile mediatore, il figlio. In altri casi invece può verificarsi un avvicinamento della coppia.

                  LE TEORIE DELLO SVILUPPO DI 

                     FREUD ED ERIKSON (psicologia)

Oggi si tende a considerare lo sviluppo come esteso all'intera durata della vita dell'individuo, che nel suo percorso affronta una serie di sfide e attraverso vari passaggi.
Delle teorie dello sviluppo elaborate in passato per comprendere lo sviluppo individuale ne ricordiamo due che hanno avuto una rilevanza particolare: quella di Freud e quella di Erikson.
Secondo Freud, lo sviluppo del bambino è rappresentabile come un continuo superamento di "sfide", attraverso le varie fasi dello sviluppo psicosessuale.
Erikson individua una serie di crisi che si possono manifestare nel corso della vita. L'individuo è chiamato ad affrontare questi periodi critici in età differenti e generalmente li risolve attraverso lo sviluppo di abilità psicosociali.
L'adolescenza è la fase nella quale l'individuo comincia a subire le modifiche somatiche e psicologiche e a perdere le caratteristiche dell'infanzia. La sessualità ha raggiunto la forma alloerotica (cioè bisogno del partner); il pensiero ha maturato le forme logiche, l'egocentrismo infantile è superato. Queste nuove strutture sono però appena abbozzate; ora hanno bisogno di essere consolidate. Ciò avviene nell'arco di tempo che va dagli 11 ai 18 anni.
La fragilità somatica e psicologica del soggetto, in questa fase, è evidente e facilmente spiegabile se si tiene conto del lavoro per il consolimento delle sue strutture fisico-psichiche che in lui si va compiendo. I ragazzi all'età di circa 10-11 anni possono presentare cambiamenti in gusto, aspetto e carattere.
Lo sviluppo della socialità comincia con il superamento dell'egocentrismo infantile verso i 9/11 anni, ma solo verso i 13/14 anni il sentimento della socialità orienta il soggetto verso rapporti di parità con gli altri e verso forme ideali di amicizia che non devono più rispondere alla necessità di avere compagni con cui giocare e divertirsi ma amici con cui coltivare ideali o condividere idee.
Un fenomeno caratteristico della socialità adolescenziale è quello della solidarietà con i coetanei, sia nelle circostanze in cui uno ha bisogno dell'altro fino a portare a vere e proprie complicità delittuose, sia ad una solidarietà di classe che spesso porta a contestazioni di maniera nei riguardi degli adulti. Questa solidarietà di classe, mista a contestazione, si manifesta spesso in quella che viene chiamata crisi di originalità. L'adolescente sceglie per il suo comportamento condotte che lo distinguano da tutti gli altri, ma la sua attenzione è a tutto ciò che può distinguerlo dagli adulti.
Gli schemi della personalità di un individuo sono la risultante di fattori naturali e altresì di fattori culturali. Nei primi mesi di vita i fattori culturali tendono appena a condizionare il comportamento dell'individuo, per cui la condotta di un bambino di pochi mesi non differisce granché da quella di tutti gli altri bambini, ma più si avanza negli anni e più questi fattori contribuiscono a differenziare la condotta degli individui.

martedì 12 febbraio 2019

                     MALINOWSKI (antropologia)

Il concetto di cultura, trovò un fertile terreno di discussione in America più che in Europa. Le ragioni di questa situazione sono complesse ma facilmente comprensibili, se esaminiamo la situazione dell'antropologia in Europa dopo il tramonto dell'evoluzionismo.
In Gran Bretagna lo sviluppo dell'antropologia accademica avvenne prima che in ogni altro paese. L'interesse per i popoli "primitivi" andava di pari passo con l'espansione dell'grande impero britannico. L'etnografia "sul campo" conobbe così un grande sviluppo allo scopo di conoscere meglio i popoli sottoposti al dominio britannico.
Il concetto di culturà venne però sopravanzato in Gran Bretagna, da quello di "struttura sociale". Gli antropologi britannici si concentrarono infatti sullo studio delle relazioni sociali e su come le società costituissero degli insiemi complessi ed integrati.
Maklinowaki adottò un nuovo metodo di ricerca. Cercò di trascorrere più tempo possibile con i locali, seguendo le loro attività di coltivazione e di pesca, i loro riti magici, studiando i loro sogni, il comportamento sessuale, le spedizioni via mare ecc. Malinowski tentò soprattutto di "afferrare", come diceva lui stesso, "il punto di vista dell'indigeno, il suo rapporto con la vita, di rendersi conto della sua visione del mondo".
In Gran Bretagna, uno dei primi a dare risposte precise in tal senso fu William H. Rivers. Medico di formazione, partecipò ad una spedizione antropologica nel Pacifico.
Rivers sosteneva che, per studiare una comunità "primitiva", bisognava abitare in loco per un lungo periodo, scegliendo preferibilmente comunità ristrette per fare in modo di conoscere ed analizzare tutti i loro componenti.

                            MAX WEBER (sociologia)

Razionalizzazione del tedesco, Max Weber si trova a riflettere sull'evento storico della società industriale, mettendone in luce alcune caratteristiche molto importanti.
A differenza di Durkheim, l'attenzione di Weber è attirata non tanto dall'industrializzazione come tale, quanto da un processo più vasto di cui la nascita del capitalismo prima, e dell'economia industriale poi, non sono che le manifestazioni più evidenti. Egli lo chiama processo di razionalizzazione.
Da sempre l'umanità cerca di spiegarsi ciò che le accade intorno, attribuendo gli eventi a delle cause, a dei motivi: se mi sto bagnando è perchè piove. Ma molto diversi sono l'atteggiamento dell'uomo premoderno e l'atteggiamento di quello moderno di fronte a ciò che non si capisce, di cui non comprendiamo le cause. Mentre il primitivo per spiegare ciò che non capisce ricorre a delle forze oscure e sovra mondane, l'uomo razionalizzato della società occidentale pensa che nulla sia di principio inesplicabile: se qualcosa gli sfugge, ciò dipende dai suoi limiti personali, oppure dai limiti della conoscenza che prima o poi potranno essere superati, e non dall'esistenza di ambiti della realtà che siano di principio imperscrutabili.
Weber sottolinea che la razionalizzazione in verità scaturisce paradossalmente da una concezione della vita di natura religiosa. Infatti il processo di razionalizzazione difficilmente avrebbe potuto avviarsi se le religioni profetiche non avessero scalzato la religiosità di tipo magico. Quest'ultima si esprime per esempio attraverso la mistica, la stregoneria o la religiosità dei misteri pagani e conduce l'individuo a perdersi nella divinità.
Le religioni profetiche costruiscono discorsi razionali intorno al divino e al nostro rapporto con esso, insegnando in tal modo agli esseri umani ad acquisire un atteggiamento sempre più razionale verso questo mondo, che a sua volta è sempre meno abitato da manifestazioni immanenti della divinità.

domenica 3 febbraio 2019

                    SVILUPPO SOCIALE (psicologia)

Lo sviluppo sociale riguarda la capacità di interagire con altri, di costruire dei legami stabili, di fare proprie regole, valori, simboli della società di appartenenza. Possiamo individuare alcune fasi principali nello sviluppo della dimensione sociale. La prima va dalla nascita ai 2 anni.
Nel primo anno di vita, per un bambino è più semplice integrare con un adulto piuttosto che con un coetaneo. Diversi sono gli elementi che influenzano l'individuo, si può parlare di reti di influenze che interagiscono e sono multidirezionali: i vari soggetti creano una sorta di rete di relazioni tra loro.
Gli individui, influenzano i sistemi che li circondano, ma a loro volta ne sono influenzati, per cui le caratteristiche di una persona, oltre a essere il prodotto dello sviluppo, indirettamente ne determinano l'orientamento. Uno degli esponenti principali dell'approccio ecologico è Urie Bronfenbrenner che considera l'ambiente sociale dell'individuo come il contesto dello sviluppo. Le interazioni tra i componenti di microsistemi diversi avvengono in quello che gli psicologi "ecologici" chiamano mesosistema. Secondo lo psicologo americano Kenneth Dodge l'interazione sociale fra pari è un compito che presenta molti problemi. Egli infatti propone un modello di competenza sociale secondo il quale i bambini sin da piccoli ricevono una serie di stimoli che vengono elaborati internamente e tradotti esternamente in un comportamento a cui fa seguito l'elaborazione che ne fanno i coetanei. 
Durante il periodo dell'adolescenza il ragazzo ricerca la propria identità personale e l'autonomia.
Già nella preadolescenza vi sono le prime manifestazioni della sessualità e i/le ragazzi/e entrano nello stadio operatorio formale nel quale vengono affinate le capacità logiche, di astrazione e di confronto e vengono esercitate le prime critiche verso le idee e i comportamenti degli adulti. Durante l'adolescenza acquista molta importanza il sentimento dell'amicizia, infatti le relazioni con i coetanei rafforzano il senso d' identità. 

 

                  SVILUPPO EMOTIVO (psicologia)

Le emozioni possono essere definite come stati complessi dell'organismo caratterizzati da fattori psicologici e fisiologici: la paura, per esempio, è uno stato mentale accompagnato da modificazioni fisiche quali un maggior afflusso di sangue ai muscoli scheletrici, l'aumento della produzione alcuni ormoni e l'aumento del battito cardiaco.
Secondo l'evoluzione Darwiniano, la funzione delle emozioni è quella di produrre una risposta rapida ed efficace anche a fronte di una situazione di emergenza, per salvaguardare la sopravvivenza individuale.
Nei processi di valutazione entrano in gioco le emozioni: tenderò a considerare un oggetto o un evento bellino brutto a secondare fatto che mi piaccia o meno, che si colleghi a esperienze emotivamente positive o negative.  Fin dalla nascita bambino sembra predisposto alla relazione con altri esseri umani alla comunicazione di emozioni come la rabbia, la gioia, la tristezza, la paura e il disgusto. Lo scambio conta madre è di importanza basilare per lo sviluppo emotivo del bambino: la madre fa da specchio per le emozioni del bambino.
Si può definire il sé come la totalità delle componenti psichiche individuali che permettono di fare proprie le esperienze esterne, riuscendo a distinguere ciò che appartiene a se stessi ciò che appartiene alla realtà esterna. Katherine Bridges esponente della teoria della differenziazione, sostiene che i bambini al momento della nascita, provano una sorta di generica eccitazione.
Secondo invece il bambino è fin dalla nascita in grado di provare interesse, gioia, disgusto e dispiacere.

                               DURKHEIM (sociologia)

Émile Durkheim è stato un sociologoantropologo e storico delle religioni francese. La sua opera è stata cruciale nella costruzione, nel corso del XX secolo, della sociologia e dell'antropologia, avendo intravisto con chiarezza lo stretto rapporto tra la religione e la struttura del gruppo sociale
"I fatti sociali consistono in modi di agire, di pensare e di sentire esterni all'individuo, eppure dotati di un potere di coercizione in virtù del quale si impongono su di lui". Sono quindi aspetti della vita quotidiana (e sociale, per l'appunto), "rappresentazioni psichiche collettive", sovraindividuali e coercitive, che coinvolgono un gruppo sociale. Sono sintesi di fattori individuali, ma non la somma di essi. Il potere coercitivo del fatto sociale si esprime in norme, consuetudini, idee collettive, etc. In Le regole del metodo sociologico (1895) Durkheim espresse la sua volontà di individuare un metodo che stabilisse il carattere scientifico della sociologia. Tale metodo non sarebbe stato, però, quello matematico-sperimentale; la sociologia dovrebbe quindi essere metodologicamente autonoma. Durkheim è convinto che la realtà sociale possa essere adeguatamente interpretata soltanto se si è capaci di uscire dal recinto della speculazione teorica per immergersi nell'indagine empirica.
fenomeni sociali devono essere analizzati con una visione olistica, non singolarmente ma come parti di un tutto, allo stesso modo di come avviene per lo studio biologico di un organismo vivente. Sotto questo aspetto la società è qualcosa di più della somma delle sue parti, cioè degli individui. Coniato come motto del proprio approccio il principio: "Studia i fatti sociali come cose!", Durkheim presta attenzione allo studio rigoroso degli oggetti e di qualunque evento della società. Durkheim considera i valori e i costumi come un tessuto connettivo per la società.Un altro passo importante è quello di distinguere i fatti sociali in:
  • Normali = fatti diffusi che coincidono con la fisiologia dell'essere sociale
  • Patologici = fatti che subiscono modifiche e che non sono comuni
Si parla inoltre di anomia, ovvero l'assenza di leggi che regolino la società. Esistono due criteri fondamentali per vedere se un fatto è normale o patologico:
  1. Criterio della diffusione: verificare quanto è diffuso il fatto
  2. Criterio dell'osservazione: osservare il livello di sviluppo della società

                        UMANESIMO (pedagogia)

L'affermazione dell'umanesimo e della sua proposta educativa in Italia pone numerose questioni di carattere storico. Il medioevo appare come un periodo lungo e oscuro ella civiltà europea.
Furono gli umanisti a diffondere un atteggiamento di critica aspra della cultura medievale, specialmente nei suoi aspetti teologici e l'esigenza correlativa di un pensiero e di una nuova concezione del mondo e della vita. Grandi umanisti, come Petrarca, fece diventare patristica una via alternativa al corso assunto dal pensiero medievale nelle grandi sedi universitarie della scolastica: questa svolta consenti di cogliere nuovamente l'importanza e la bellezza intrinseche della cultura classica. Un elemento da ricordare per comprendere appieno le varie componenti che stanno alla base dell'umanesimo è la forte incidenza di nuovi movimenti religiosi.
Il caso del rapporto tra le discipline eredi del trivio e del quadrivio medievali è eloquente al riguardo: l'umanesimo sottolineò la necessità di un insegnamento delle discipline letterarie su basi profondamente rinnovate. L'affermarsi delle scienze empiriche determinò uno sviluppo senza precedenti del quadrivio e il riconoscimento di un'istruzione tecnica dotatasi sedi e di tempi specifici.